fingerpicking guitar


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Volendo inquadrare la mia figura di musicista (non professionista) posso definirmi, da alcuni decenni, un chitarrista acustico che ha cestinato irreversibilmente ogni sorta di plettro, condividendo buona parte del tempo libero con una ARIA classica, comprata usata per 30.000 lire ad inizio anni ’70.
A quei tempi conobbi A.G., un perfetto connubio tra sacro e profano, tra la chitarra classica (era diplomando al conservatorio di Bari) e l’allora incandescente fervore del rock-blues, in una dicotomia che lo vedeva trasformarsi di continuo, in stile dr. Jekyll/mr. Hyde, passando con disinvoltura da ASTURIAS a Stairway to heaven, dagli studi di Villa-Lobos alla corte dei King Crimson, da scale ed arpeggi allo strepitoso assolo di Alvin Lee in I'm goin' home (Ten Years After live at Woodstock 1969). La tecnica da un lato e la carica emotiva dall’altro, un cocktail esplosivo garanzia di soddisfazioni ed emozioni senza soluzione di continuità, finanche nella quiete tra le mura domestiche e con una semplice chitarra classica tra le mani, ed al cui fascino cedetti inesorabilmente, scegliendo di rimanere per sempre un chitarrista acustico …
Ricordo ancora oggi la gratificazione e l’incoraggiamento dei primi semplici studi del metodo Carulli, la tenacia nel voler affrontare le difficoltà del 1° vero pezzo di chitarra classica, la Bourrée di Bach (Jethro Tull – Bouree ) e dell’intrigante Mood for a Day (Steve Howe – Mood for a Day), ripagata dai piccoli ma percepibili e continui progressi. E poi, ancora, la cotta a prima vista per il fingerpicking, sbocciata con la deliziosa Genesis (Jorma Kaukonen – Genesis), un pezzo, mi si passi l’espressione un po’ rude, dal rapporto qualità-prezzo eccezionale per chiunque si voglia avvicinare a questo stile, e che imparai divorandone l’intavolatura dalla bellissima raccolta di brani nel Manuale di chitarra rock di Andrea Carpi, del 1980.
Fu così che la mia Fender Stratocaster made in USA (1973), comprata per l’attività commerciale svolta per qualche anno con un gruppo (matrimoni, discoteche, piano-bar), cadde ben presto in disgrazia, condannata ad un periodo di riposo ventennale dalla svolta acustica e, come se non bastasse, rimpiazzata dalla ben più modesta ARIA, che alle mie orecchie ha però suonato benissimo fino a pochi anni fa …
Infine, sentita in tempi molto più recenti l’esigenza di registrare, mi si è posta la scelta tra l’acquisto di una buona acustica, con il dubbio di non trovarmi a mio agio per l’aver suonato in fingerstyle sempre e solo sul manico largo delle classiche, o tentare di riesumare e dare nuova vita alla vecchia stratocaster che, pur ovviamente non scherzando in quanto a manico, avevo già e di cui non ho mai avuto intenzione di disfarmi. A dispetto delle attuali difficoltà di gran lunga maggiori nel …Fenderpicking ed in considerazione delle ulteriori possibilità espressive che l’elettrica potrebbe dischiudermi, ho per il momento fatto la scelta Stratocaster.

By Nicola Armenise

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